
(parzialmente ripreso da abianchi.altervista.org)
provo a salutarti riprendendo alcune tue parole, Luca, che qui e quando le hai scritte hanno il sapore del dialogo, del mettersi in discussione, non di cristallizzare verità.
focalizzare l’esperienza o aprire alle possibilità delle connessioni impreviste?
[…] Allora ho pensato a Chiara, al fatto che il tablet l’abbiamo avuto come ausilio per la comunicazione, a come lo usa.
Sono fermamente convinto che è il suo ausilio perfetto, proprio perchè le permette di comunicare, di relazionarsi, di pensare e prepararsi. Di trovare argomenti, approfondirli e condividerli. Di sentirlo suo proprio perchè è la sua finestra sul mondo, la sua interfaccia tra il suo sé profondo e il mondo.
E tutto questo avviene guardando filmati su Youtube, facendoli vedere ad amici o sconosciuti, ascoltando la musica, cercando immagini di Google, facendo e scaricando foto per poi organizzarle in liste estremamente fluide con i nomi dei suoi affetti (foto per Arca, per il Club del sabato, per Elisa). E poi giochi, libri, …
In tutto questo la tabella di comunicazione è il legame, l’interfaccia nascosta che unisce, compare, serve per scrivere storie (a volte per il proprio gusto di scriversele, raccontarsele, come se intanto raduno i pensieri posizionandoli fuori da me e guardandoli in terza persona) e, quando serve, domande e condividere emozioni.
Se mi avessero finanziato l’acquisto del tablet e del software in base alle frasi di senso scritte, all’uso effettivo della tabella per comunicare cose “importanti” agli altri, se l’ASL avesse registrato l’uso del tablet di Chiara e avesse semplicemente detto: acceso 10 ore al giorno, Grid ha funzionato 3, cose “importanti” 1 … mi sa che mi toccherebbe restituire parecchi soldi…
Ma cos’è la relazione con il mondo per Chiara? E chi deve definirlo? E se avesse avuto una semplice tabella senza il resto (e senza un pc in casa) ora chi sarebbe? Nessuno lo sa, ma sicuramente non sarebbe Chiara. […]
l’anatra la morte e il tulipano
Questa è una delle storie che ci hai fatto conoscere, L’anatra, la morte e il tulipano.
La prima traduzione l’aveva fatta Raffaella della Comunità dell’Arca, col tuo aiuto.
È una storia molto bella, uno dei tuoi regali.
Ora proporla per salutarti è doloroso, e ugualmente sembra pienamente rappresentarti.
Luca, padre di Elisa e Chiara, compagno di vita di Claudia, compagno di strada di tanti, esploratore di possibilità, insofferente alle ingiustizie e alle chiusure corporative, avanguardia nell’esplorare gli spazi di partecipazione, della libertà delle persone con disabilità, con la scrittura collettiva del Gruppo Parola, con la sperimentazione dell’interazione fra teatro e CAA, con la tua vita intera.
È stato bello conoscerti, ascoltarti e parlarti, fare un tratto di strada insieme.
Adesso è il tempo del silenzio, mentre scivoli lungo il fiume.

Nella partecipazione insieme, al convegno Autismi del 2018, la tua passione educativa ha saputo portare ironia, creatività, con una storia che ha destabilizzato e coinvolto tutti i partecipanti.
Un privilegio avere avuto occasione di conoscerti e collaborare con te.
Prossimi appuntamenti:


