le origini

La lettura ad alta voce di libri illustrati da parte di un adulto è ormai ampiamente riconosciuta come un’esperienza fondamentale per i bambini fin dai primi mesi di vita: sostiene lo sviluppo emotivo e contemporaneamente quello linguistico e cognitivo. Molti sono i progetti internazionali e italiani al riguardo, tra cui ricordiamo “Nati per Leggere”.

Le prime volte i bambini non capiscono tutto quello che viene loro letto o detto. Ma ascoltando più volte la stessa storia, pian piano ne dipanano i passaggi e le sfumature, grazie alle illustrazioni, alla conoscenza del contesto, al modo con cui l’adulto legge, al gioco del leggere e rileggere. L’ascolto dei libri permette un’esposizione a frasi un poco più complesse di quelle che si usano nel parlato, e ad un vocabolario più ampio ma fortemente legato al contesto della storia, oltre che ricco di emozioni.

In presenza di una disabilità complessa e della comunicazione, i partner comunicativi sono portati ad utilizzare un linguaggio meno interattivo di quello utilizzato con i coetanei, più direttivo e povero di contenuti, con domande chiuse e risposte già note e quindi meno adatto per l’apprendimento della lingua (Blockberger e Sutton, 2003). In molti bambini con disabilità, la comprensione linguistica costituisce un elemento critico, spesso erroneamente considerato un problema di comprensione intellettiva. Certamente ci sono bambini che possono non capire perché non ce la fanno dal punto di vista cognitivo, ma molti bambini non capiscono perché non comprendono la sequenza delle parole, un po’ come succede a noi con una lingua straniera quando ancora la conosciamo poco.

I bambini con disabilità, soprattutto complessa e della comunicazione, sono dunque quelli che potrebbero avere i maggiori vantaggi dall’essere esposti molto precocemente alla lettura ad alta voce. Sono invece quelli a cui si legge meno e più tardi e per i quali non si trovano mai libri adatti.

Da circa 15 anni abbiamo cominciato a costruire libri “su misura” per bambini con disabilità della comunicazione, con il testo completamente tradotto in simboli. Il libro illustrato deve infatti essere “su misura” per il bambino, perchè possa agganciarsi ed appassionarsi alla voce narrante, al ritmo, al calore, alla presenza e ricchezza delle emozioni, perché possa assaporare, nella condivisione del libro, l’attenzione dedicata e completa dell’adulto, la sua capacità di ascoltare mentre si fa ascoltare, la capacità di interrompere un attimo prima di quando potrebbero comparire i primi segni di stanchezza del piccolo, la disponibilità a leggere e rileggere più e più volte. Nel caso del bambino con disabilità della comunicazione, può essere necessario adattare molti aspetti: contenuto, modo di leggere, grafica e immagini, struttura della frase, testo, struttura fisica.

È possibile partire da un libro illustrato già esistente e modificarlo per renderlo accessibile (libro modificato), oppure si possono anche creare libri che siano completamente nuovi e su misura per “quel” bambino (libro personalizzato).

La “gratuità” è elemento essenziale: è importante cioè che l’adulto legga senza pretendere nulla in cambio, senza “interrogare” il bambino, o cercare di verificare cosa ha colto della lettura che è stata condivisa.

Elemento caratteristico dei libri “su misura”, modificati o personalizzati, è l’adattamento del testo ai bisogni specifici del bambino, e la sua “traduzione” in simboli. I simboli sono uno degli elementi fondamentali della CAA, , rappresentano una vera e propria seconda lingua visiva che affianca quella uditiva. Sono sempre composti da un’immagine grafica, dalla parola alfabetica scritta in alto, da un sottile bordo che tiene insieme le due. La persona che usa la CAA riconosce l’immagine, il partner comunicativo la parola. Nella lettura ad alta voce dei libri “su misura”, l’adulto indica uno per uno i simboli che compongono la frase, senza rallentare la lettura e mantenendone la vivacità. Può così sostenere l’ascolto del bambino con l’accompagnamento della “lingua visiva”, che facilita l’attenzione e la comprensione di quanto si ascolta.

A titolo d’esempio riportiamo due pagine in simboli, una di un libro molto semplice e l’altro di un libro personalizzato molto elaborato.  

esempio di pagina in simboli molto semplice

Esempio di pagina di un libro modificato molto semplice (No, no e poi no!, Mireille d’Allancé, Babalibri Editore, 2001).

esempio di un libro personalizzato molto elaborato

Una pagina di un libro personalizzato molto elaborato.

L’utilizzo di libri “su misura” ha cambiato il nostro modo di lavorare in CAA. Da un lato ci ha aiutati a focalizzare sull’importanza della comunicazione in entrata, prima che in uscita, e dall’altro ci ha permesso di trovare modi per rendere più “naturale” l’uso della CAA nei contesti di vita. Capire come usare i libri è infatti abbastanza semplice e intuitivo, e può facilitare molto il passaggio sia per i bambini che per il loro contesto verso altri strumenti di CAA come tabelle e ausili.

Inoltre, in modo un po’ inaspettato, i libri in simboli hanno cominciato a circolare spontaneamente nelle scuole materne, nelle biblioteche e in molti altri contesti, e sono così diventati patrimonio di tutti i bambini. Sono prima di tutto piaciuti, hanno appassionato, sono stati contesi, hanno permesso contemporaneamente condivisione e autonomia. Ci siamo accorti che sono serviti a tutti i bambini per crescere, per capire meglio il linguaggio, per parlare, per condividere l’attenzione, per aumentare la capacità di ascoltare, per scoprire come si può comunicare con alcuni compagni e per molte altre cose. In particolare, sono stati preziosi per sostenere in modo naturale quei bambini che per diversi motivi hanno maggiori difficoltà con il linguaggio e con l’ascolto: bambini con disturbo di linguaggio o di attenzione, bambini migranti e molti altri.

Non sono quindi più solo strumenti “su misura” per bambini con disturbo complesso della comunicazione, ma sono diventati “IN-Book”, strumenti per l’inclusione di tutti i bambini, nella direzione di una “speciale normalità” (Ianes, 2006), da condividere, da scambiare, da mettere a disposizione in piccole biblioteche di classe, nell’ambito delle quali non è più necessario “costruire” su misura, perché come per tutti i bambini si può “scegliere” su misura tra i molti a disposizione.