
La crisi che ha portato alla guerra nel cuore dell’Europa, con i bombardamenti e l’invasione decisa dal governo russo contro i vicini ucraini sollecita ciascuno nella sua dimensione di essere umano.
Per la neuropsichiatria la sollecitazione è quella di cercare di dare un supporto vicino e approfondito per chi come i bambini si trova ad affrontare una nuova crisi non ancora conclusa quella dovuta alla pandemia, per permettere a loro di poter guardare a quanto accade, poter fare domande, poter esprimere le proprie paure e trovare almeno un po’ di conforto, senza false illusioni.
Raccogliamo in questa pagina strumenti che cercano di rispondere a questa necessità. E strumenti che permettano a chi arriva dalle zone di guerra di sentirsi accolto, che aiutino a superare le barriere linguistiche e diano conoscenza a e consapevolezza del nuovo spazio in cui si trovano. E strumenti per riflettere, interrogarsi, selezionati fra quanto in questo tempo si sta producendo, secondo criteri di qualità e pertinenza alla situazione che tutti stiamo vivendo.
Ci auguriamo che questi contributi possano essere di aiuto.
Per raccontare la guerra ai bambini
La domanda del bambino arriva all’improvviso e proprio come fanno le bombe, scombussola e sconquassa, lasciando i pensieri a galleggiare in sospeso, tra una fetta di torta e un bicchiere di latte.
“Nonno, è vero che è scoppiata la guerra in Europa?” chiede Romeo, con una voce profonda, poco adatta ai suoi 7 anni.
E la prima risposta del nonno è un silenzio breve ma denso di fatica per questa verità intollerabile, perfino per lui che ha più rughe di tutti in famiglia.
“È la verità, purtroppo… ma tu dove hai sentito parlare di questa cosa?” farfuglia il nonno, colpito soprattutto dallo sguardo improvvisamente tanto serio del più giovane tra i suoi nipoti.

… una storia per raccontare. Qui trovi l’anteprima della versione in simboli.

A breve l’ebook scaricabile gratuitamente dal sito di Erickson e la pagina dedicata nel sito del Policlinico.
per accogliere chi arriva dalla guerra
tabelle e materiali bilingui in CAA
Nostre colleghe e colleghi della neuropsichiatria della Val Camonica, in collaborazione con una mamma di madrelingua ucraina hanno cominciato a sviluppare alcuni strumenti per accompagnare l’arrivo nei nostri comuni delle prime persone in fuga dalla guerra.
Per ora si tratta di semplici tabelle di comunicazione bilingue, per le situazioni della vita quotidiana e di gioco, per l’etichettatura degli ambienti per una possibilità di orientamento e consapevolezza.
A seguito dello sviluppo di questo primo nucleo abbiamo attivato un padlet, una bacheca virtuale, in cui oltre agli strumenti iniziali abbiamo aggiunto contributi di qualità arrivati via via, sempre con una traduzione supervisionata da madrelingua.
Questo è il volantino che presenta il padlet, con il link per poter richiedere l’accesso.

Questo è il link al modulo per richiedere l’accesso al padlet con i materiali.
dal progetto migranti strumenti di base per la primissima fase dell’accoglienza
All’interno della neuropsichiatria del Policlinico di Milano è attivo da anni una progettualità dedicata al supporto ai bambini provenienti da altri paesi, sia in situazioni di minori non accompagnati, sia quando le loro famiglie sono arrivate con loro.
Da questa lunga esperienza sono stati prodotti strumenti per accompagnare nelle prime fasi più difficili, con informazioni, regole nella loro accezione di supporto alla conoscenza e consapevolezza dei nuovi contesti, informazioni sui diritti di cui godono e possono quindi avvalersi.
Ecco la bozza di struttura di questi contributi.
Introduzione
– scenario
– strutture e luoghi di accoglienza (scuole, ospedali, comunità, famiglie “affidatarie”…)
Accoglienza come creazione/costruzione di un luogo sicuro
– vissuti di chi si trova costretto a scappare dal proprio Paese in guerra (lasciare la casa, incertezza, perdita, lutto…)
– arrivare in un nuovo Paese (adattamento e possibili difficoltà…)
Parole e gesti di benvenuto!
– bisogni
– conoscenza, reciprocità, comprensione, tempi…
– situazioni che creano difficoltà e possibili suggerimenti pratici, es. “il bambino che è arrivato sta sempre in silenzio e in disparte”, “sembra assente”, “piange”…
Come orientarsi all’interno dei canali di informazione e diffusione
– genitori/insegnanti/adulti come “filtro”
– confusione
– paura
– pregiudizio (es. bambini di nazionalità russa)
Link consigliati
strumenti per riflettere e confrontarsi
Si stanno producendo in questo periodo comunicati e prese di posizione da parte di numerosi organismi.
In questo spazio vi proponiamo in particolare:
Il comunicato della Società italiana di neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza
Testi prodotti dal un gruppo di lavoro in condivisione con Colleghi del Centro Milanese di Psicoanalisi che da tempo lavora sul tema del supporto alle persone rifugiate. Qui vi proponiamo in particolare :
- primo documento
- secondo documento