Quasi due anni di pandemia sono trascorsi, segnati da continue oscillazioni nel suo andamento e un susseguirsi di parziali certezze e nuove conoscenze.
E se l’inizio della campagna vaccinale, nel gennaio del 2021, ha segnato una parziale svolta nella lotta alla diffusione del virus, soprattutto nelle sue conseguenze più gravi, il perpetuarsi dell’epidemia ha prodotto sentimenti di sfiducia e di stanchezza nella maggior parte delle persone.
L’elevato numero di informazioni discordanti, circolate nei diversi momenti e tempi della pandemia, accompagnata da una sovraesposizione mediatica di politici e tecnici, in merito alla campagna vaccinale, hanno certamente contribuito a generare ulteriore confusione e perplessità e a incrementare timori, dubbi e una radicalizzazione delle posizioni.
la vaccinazione anche per i più piccoli
È in questo delicato scenario che, nel dicembre del 2021, si è inserita l’approvazione di AIFA per la vaccinazione ai bambini tra i 5-11 anni.
I bambini sono sempre stati considerati, fin dall’inizio della pandemia, una popolazione a minor rischio di infezione da Covid-19 e delle sue più gravi conseguenze. Ciononostante, l’arrivo delle nuove varianti sta rapidamente modificando lo scenario e segna un aumento dei contagi in questa fascia di età con conseguenti incrementi di malattia e ospedalizzazioni, soprattutto tra i bambini più fragili dal punto di vista organico e/o con patologie nell’ambito del neurosviluppo.
È per questa ragione che la possibilità di vaccinare i bambini che ora si è aperta è un’opportunità importante sia dal punto di vista sanitario e di contenimento del virus che per garantire un miglioramento nella loro qualità di vita e nel loro vivere gli spazi di socialità e tempo libero, oltre che per tutelare le categorie più fragili della popolazione, come i nonni, che rappresentano per i più piccoli figure affettive di fondamentale importanza a cui hanno dovuto rinunciare per lungo tempo.
La maggior parte dei genitori si trovano in questo momento chiamati a scegliere di proteggere i loro bambini attraverso la vaccinazione, ma comprensibilmente affrontano dubbi e preoccupazioni sui possibili effetti, a breve e lungo termine, con pochi spazi di confronto e condivisione, e informazioni non sempre univoche e rassicuranti.
possibilità di esprimere paure e incertezze
Questo scenario di incertezza coinvolge direttamente anche i più piccoli che, come abbiamo imparato a capire in questi lunghi mesi di pandemia, ascoltano e assorbono le preoccupazioni degli adulti, costruendosi convinzioni proprie e timori spesso inespressi.
Per questa ragione riteniamo che i bambini abbiano diritto, anche in questa occasione, ad avere ampi spazi di condivisione e confronto con le loro figure di riferimento in cui, con parole semplici e a loro misura, possano comprendere sia ciò che sta accadendo intorno a loro sia le motivazioni delle scelte che li riguardano, facendo sempre grande attenzione a farli sentire liberi di esprimere paure, incertezze e desideri di un ritorno ad una nuova normalità.
Partendo da queste consapevolezze, il gruppo di lavoro dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Fondazione Policlinico di Milano, che coordino, si è posto l’obiettivo di accompagnare i genitori e i loro bambini anche in questa delicata fase di scelta e consapevolezza, attraverso una modalità narrativa semplice e accessibile a tutti.
Nasce così questo nuovo sequel di “storia di un coronavirus”, scritto da Francesca Dall’Ara e illustrato da Giada Negri, che si rivolge a tutti i bambini, a partire dai 3 anni, e pone anche un’attenzione specifica ai bambini con fragilità e disturbi del neurosviluppo, attraverso una versione tradotta con i simboli della Comunicazione Aumentativa.
Il racconto accompagna le due piccole protagoniste in un acceso dibattito riguardo all’opportunità di fare la vaccinazione, con l’obiettivo di dare parola a tutti i dubbi e le preoccupazioni, anche quelle apparentemente strane, e favorire uno scambio autentico che si dimostri costruttivo e mai giudicante.
Le due sorelline, infatti, si confrontano animatamente ma con la semplicità propria della loro età, in merito a rischi e benefici del vaccino, incarnando ciascuna una posizione quasi estrema e le relative aspettative e preoccupazioni.
Le due piccole protagoniste partono da posizioni contrapposte e raggiungono in fine un compromesso, che nasce dalla fiducia nelle loro figure di riferimento e dalla possibilità di esprimere i propri dubbi e sentirsi accolti.
i genitori ci sono, in ascolto
La narrazione non prevede, volutamente, l’intervento dei genitori, che rimangono in attento ascolto delle loro bambine e pronti a supportarle se necessario, per lasciare il dibattito il più possibile insaturo e privo di risposte certe e falsamente rassicuranti e favorire un’ottica in cui abbracciare l’incertezza e prendere decisioni a partire dalle conoscenze parziali che possediamo sembra l’unica strada possibile, non solo per i più piccoli. Ed ora mettetevi comodi e buona lettura a tutti!!
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