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Scuola – riflessioni condivise per la ripresa

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LA DIDATTICA A DISTANZA

In seguito all’emergenza sanitaria, gli alunni, gli insegnanti e intere famiglie si sono ritrovati a far fronte a un cambiamento piuttosto repentino delle loro abitudini. Le prime istituzioni a chiudere sono state proprio le scuole e, per diverse settimane, ci si è ritrovati catapultati in un limbo di incertezze e preoccupazioni a cui nessuno era preparato. Gli insegnanti hanno dovuto gestire su due piedi la mancanza improvvisa dei loro alunni, della relazione con essi e del blocco della didattica e si sono attrezzate per tutte le prime settimane, per quanto possibile, con i loro mezzi. Alcuni hanno dovuto gestire problemi familiari improvvisi, altri, nonostante la mancanza di dimestichezza con i mezzi tecnologici, si sono attrezzati per riprendere contatto con i loro ragazzi o bambini in tutti i modi, chi con chiamate, chi con videochiamate, chi con audio o video. Ognuno a modo suo e seguendo il suo istinto: in alcuni casi contingenze burocratiche come la tutela della privacy o altro, hanno rallentato la reazione e hanno portato a sospendere la didattica per diverse settimane, senza poter fare nulla. Lo stesso MIUR ha reagito con tempi lunghi all’emergenza, pubblicando il primo decreto il 17 marzo.

Dopo un lungo lavoro di condivisione con le famiglie e dopo l’organizzazione di diverse interviste ai dirigenti scolastici di tutti i gradi scolastici del territorio di Milano da parte dei nostri operatori, oltre ad incontri con insegnanti, insegnanti di sostegno ed educatori scolastici, si è deciso di redigere il seguente documento per iniziare un lavoro di condivisione e collaborazione con le scuole e gli insegnanti. Tenendo conto delle domande che le scuole hanno rivolto al nostro Servizio e delle criticità che hanno sottolineato in merito alla scuola a distanza, offriamo di seguito alcune proposte e spunti di riflessione:

  1. In un contesto di incertezza come quello di questa emergenza sanitaria potrebbe essere molto utile poter garantire il massimo della prevedibilità almeno nel contesto scolastico: a qualsiasi età è importante per i bambini e i ragazzi sapere con anticipo per esempio gli orari delle lezioni, la piattaforma da utilizzare, l’insegnante che vedranno o l’eventuale verifica, in quanto “prevedere” significa potersi organizzare e genera, di conseguenza, tranquillità. Sarebbe inoltre importante poter lavorare sulla stessa piattaforma e che tutti gli insegnanti adoperino le stesse modalità: non tutte le famiglie o i ragazzi sono in grado di utilizzare in autonomia gli strumenti tecnologici a loro disposizione e spesso destreggiarsi tra diversi linguaggi e modalità crea confusione.
  2. Pensare a momenti individuali di confronto non solo con l’alunno ma anche con la famiglia, ri-istituendo gli incontri previsti tra genitori e scuola anche a distanza. Tali incontri potrebbero essere utili per individuare eventuali nuclei familiari in difficoltà, per valutare con i genitori la loro disponibilità nel rispondere alle richieste e la loro percezione del carico nella gestione scolastica dei figli, le loro attese nei confronti della scuola e il loro livello di collaborazione, soprattutto per instaurare un buon rapporto di fiducia, anche in previsione delle valutazioni. È estremamente importante ricordarsi di limitare i momenti della scuola almeno nel corso della settimana, sia in tutela degli insegnanti che delle famiglie: non tutti sono in grado di poter rispondere durante i weekend o gli orari serali.
  3. Tentare di favorire la creatività a più livelli: dare modo ai ragazzi di cimentarsi nello studio attraverso strumenti non convenzionali. Dalla nostra ricerca è risultato che i ragazzi che si sono maggiormente adattati a questo isolamento sono quelli che hanno potuto utilizzare la loro creatività per rispondere alle richieste scolastiche (come per esempio creando presentazioni, ricerche, approfondimenti, brevi video da ideare e montare su specifici argomenti, creazione di fumetti). La creatività è utilizzabile a tutti i livelli: i bambini più piccoli possono raccontarsi attraverso disegni o piccole creazioni, i più grandi attraverso la musica, i fumetti o altro. Inserire questi linguaggi all’interno del contesto scolastico potrebbe nutrire la motivazione allo studio e favorire l’apertura e dunque il contrasto all’isolamento che questa situazione necessariamente pone.
  4. Utilizzare il mezzo tecnologico non solo a scopi didattici ma anche relazionali: è importante che non ci si dimentichi del prezioso momento dell’intervallo! Per tutti i bambini e ragazzi è un momento estremamente importante nell’arco della giornata e difficilmente riproponibile a casa. Per esempio si potrebbero organizzare brevi chiamate in piccoli gruppi per poter realizzare semplici giochi di società: il tempo della scuola non è solo scuola, ma anche confronto con i pari, in presenza di una persona adulta (l’insegnante) che possa mantenere la relazione a un livello più maturo.
  5. Molti bambini soffrono l’isolamento e si sentono a disagio di fronte a una videocamera. Si potrebbero ritagliare dei momenti non-scolastici anche solo per narrare la propria giornata, per il saluto di fine settimana o per confrontarsi sul periodo e raccogliere le loro idee, disegnare insieme un particolare momento, festeggiare insieme i compleanni. Rimanere in contatto è fondamentale per sostenere le risorse sociali dei bambini e ragazzi di qualsiasi età, che sono uno degli ambiti maggiormente colpiti in questo periodo.
  6. Favorire la collaborazione tra tutti gli alunni in piccoli gruppi eterogenei dinamici e mutevoli: è importante la turnazione dei partecipanti per poter arricchire le relazioni all’interno della classe, che ci sia suddivisione equa dei compiti e si identifichino i ruoli e che, per quanto possibile, i bambini/ragazzi possano esprimere al meglio le singolari potenzialità e le attitudini personali (come creatività, problem solving, aumento tempi attentivi, capacità di collaborazione, apprendimento didattico). Lavorare sulla relazione tra pari aumenta la motivazione e rende gli alunni attivi, interattivi e competenti all’interno del contesto scolastico. Per i bambini più piccoli pensare a una turnazione più prolungata per favorire la creazione di un gruppo di lavoro funzionale e non generare troppa confusione, per i più grandi sarebbe utile una turnazione più serrata per potersi sperimentare con le diverse personalità dei compagni.
  7. Pensare a feedback valutativi specifici: è importante che l’alunno sappia del suo operato e del motivo per cui è stato dato un determinato giudizio. Sarebbe molto utile esplicitare le modalità valutative e ripensare insieme all’alunno come e cosa sia possibile recuperare la volta successiva (favorire processi metacognitivi e di autoconsapevolezza). Le valutazioni a distanza impongono all’insegnante di riporre una grande fiducia nei confronti del bambino o ragazzo, in quanto si ha la sensazione di avere meno il controllo della situazione: pensiamo che rendere l’alunno più consapevole di sé lo renda più responsabile e motivato a dimostrare le sue reali competenze. Si potrebbe pensare inoltre a un tipo di valutazione più indiretta: per esempio valutando l’operato di un alunno all’interno di gruppo di lavoro o di fronte a ricerche e spiegazioni alla classe e non solo attraverso verifiche e interrogazioni.
  8. Per gli alunni a fine ciclo scolastico sarebbe bene ricordarsi di affrontare l’imminente separazione dalle figure adulte di riferimento degli insegnanti e dai compagni di scuola: si potrebbe pensare per esempio a un momento di saluto finale in digitale o, più avanti nel tempo, con le dovute distanze!

E per il futuro cosa pensare?

La fase 2 non ha cambiato molto i piani per gli istituti scolastici, ma si inizia a pensare a dopo le vacanze. Il rientro dei bambini e ragazzi sarà certamente graduale ma ancora una volta ricolmo di incertezze, non solo dal punto di vista didattico ma anche relazionale: sarà estremamente importante pensare a una sorta di “rieducazione relazionale sociale”, lavorando sul gruppo classe soprattutto qualora dovesse essere diviso per evitare assembramenti. La didattica dovrà certamente essere messa al secondo posto almeno per i primi tempi: aiutare gli alunni a contestualizzare e affrontare le fasi che stanno sperimentando non solo a livello familiare ma anche nel resto del contesto. Gli spunti di riflessioni emersi nel presente documento potranno essere utilizzati anche nelle fasi successive, come pure nel rientro effettivo a scuola.

APPROFONDIMENTO

Per i bambini con difficoltà certificate (DSA o ADHD) o bisogni educativi speciali (BES) valgono i PDP stilati a inizio anno e tutte le proposte elencate sopra: ricordarsi che, pur essendo il computer uno strumento facilitante alcune difficoltà (basti pensare alla dettatura, gli audiolibri, ecc), permangono le stesse difficoltà di questi bambini o ragazzi anche nella scuola a distanza. Per gli alunni con disabilità e sostegno scolastico sarebbe bene garantire gli stessi accorgimenti previsti nel PEI: è molto importante che l’inseganti di sostegno, in stretta collaborazione con l’educatrice curricolare, possa rimodulare il piano considerando il livello di collaborazione del genitore, già estremamente impegnato nella gestione di un bambino o ragazzo con questo tipo di difficoltà. Sarà per questo importante poter ritagliare degli spazi individuali con l’insegnante di sostegno e l’educatore per proporre ai bambini o ragazzi attività interattive in linea con le loro possibilità e i loro punti di forza. È sempre molto arricchente prevedere dei momenti di raccordo e condivisione con i genitori e gli operatori che si occupano del bambino/ragazzo. È altresì necessario strutturare anche momenti che favoriscano l’integrazione e la partecipazione dei bambini e ragazzi al gruppo classe

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